Una visita al Cinema Museum di Londra

The Cinema Museum is culturally very important to the history of movies and gives insight into how things have changed. It was the work house where Charlie Chaplin went as a child. It is a monument of great importance to anyone interested in Cinema“. – Sylvia Syms

Quando si parla di cinema muto non si parla solamente di film e di pellicole, ma anche di luoghi da visitare e scoprire. Uno di questi è il celebre Cinema Museum, situato nella parte centro-sud-occidentale di Londra, Lamberth.

Gli amanti di Charles Chaplin sicuramente conoscono già questo quartiere perchè è qui che il celebre comico visse un periodo difficile della sua infanzia quando, tra il 1896 e il 1897, a causa dei problemi finanziari dei genitori, artisti di talento ma gravati da alcolismo il padre e da un disturbo mentale la madre, venne mandato alla Lambeth Workhouse, un’istituzione che si occupava degli indigenti di Londra. Questa esperienza sarà decisiva per la futura personalità di Chaplin: il regista dichiarerà sempre di aver mutuato il suo spirito dall’osservazione dalla madre e dalla folla di personaggi miseri e grotteschi che attraversavano le strade londinesi, messi in scena poi nel suo capolavoro Il Monello (1921).

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(per i più curiosi vi consiglio di leggere questo articolo pubblicato su The Italian Zone che mostra tutti i luoghi londinesi di Chaplin)

Oggi l’edificio non è più un casa-lavoro e dal 1986 ciò che erano la workhouse e la cappella sono diventate il Cinema Museum, un ente no-profit nato grazie alla passione dei suoi co-fondatori Ronald Grant e Martin Humphries.

Artefatti, cimeli e attrezzature che preservano la storia e la grandezza del cinema sono il cuore del museo e siamo rimasti sbalorditi dalla sua unica collezione sin dall’entrata principale.

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Il museo ospita attualmente anche una rassegna di rare proiezioni di film classici e film muti che la maggior parte delle volte sono raramente accessibili al pubblico. Durante la mia scorsa visita londinese ho avuto la fortuna di assistere alla rassegna del Kennington Bioscope, un evento cinematografico regolare con accompagnamento dal vivo di film muti che si svolge all’interno del’incredibile sala da proiezione principale. Qualche volta sono presenti delle proiezioni in 16mm di film provenienti dalla collezione personale dello storico di cinema Kevin Brownlow, direttore della Photoplay.

Il nostro programma conteneva prima della proiezione principale una selezione di corti accompagnati dal pianista John Sweeney. Abbiamo cominciato la serata con il fantastico Voyage à travers l’impossible (1904) di Georges Melies, continuando con un divertentissimo corto con un jazzista Felix the Cat che balla assieme a delle galline sotto l’effetto del Charleston. L’ultimo corto era un detective story con un investigatore che risolve il mistero attraverso un personalissimo ed inusuale metodo di ricerca molto lontano dal quello del suo collega Sherlock Holmes.

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Il film principale della serata era una dolcissima tragicommedia che narra di un impiegato di un negozio di un misero tessuti che goffamente tenta di diventare un gentleman dell’alta società. Il film è interpretato da un divertente George K. Arthur, un attore all’epoca molto amato dallo stesso Chaplin, che con questo bizzarro personaggio attraverso una serie di incidenti riesce a dar vita non solo la commedia ma anche del pathos all’interno di una sottile vena di satira sociale.

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La proiezione ha avuto a disposizione un’eccellente copia 35mm proveniente dagli archivi del BFI con un accompagnamento al piano dal grande Neil Brand.

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